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Fillanto che cos’è e perchè può tornarci utile ?

Il fillanto, conosciuto in ambito botanico come Phyllantus, è una pianta facente parte del genere delle Euforbiacee. La specie più nota è rappresentata dal Phyllantus Niruri, la quale si presenta come un arbusto dall’altezza di circa cinquanta centimetri, caratterizzato da fiori gialli e steli con foglie alternate. Le radici, inoltre, si contraddistinguono per avere una crescita infestante, oltre che per essere molto robuste. Si tratta di una tipologia di pianta dalle molteplici proprietà utili per la salute dell’organismo.

Fillanto: una pianta dalle innumerevoli proprietà.

Il fillanto è una pianta che presenta un grande quantitativo di bioflavonoidi, alcaloidi, lignani, tannini, acido ricinoleico e quello ellagico, oltre che di triterpeni e steroli. Si capirà bene, dunque, dalla sua composizione derivino molteplici proprietà come, ad esempio, quella drenante: infatti, il fillanto svolge una funzione indispensabile per il benessere di fegato, reni e colecisti agendo come diuretico. Per questo è spesso usata in bevande drenanti come Ultrametabolismo. Inoltre, essa è anche un antinfiammatorio per le vie aree, oltre che un febbrifugo molto utili per contrastare i tipici sintomi del raffreddore. Il succo del suo fitocomplesso, poi, la rende un ottimo cicatrizzante per ulcere, ferite e ragadi. Rivestendo il ruolo di analgesico, comportandosi come un antispasmodico gastrico monitorando l’acidità dello stomaco nonché combattendo l’eccesso di sete, e come un antimicrobico, disinfettando e curando le infezioni delle vie urinarie, cistite e prostatite, si può concludere come risulti essere fondamentale per la salute dell’organismo.

I principi attivi del Phyllantus Niruri.

Nel Phyllanthus Niruri sono presenti innumerevoli sostanze attive, quali: p-cimene, rutina, acido ellargico (potenzialmente anti-cancerogeno ed anti-virale), lignani (ipofillantina e fillantina con proprietà anti-genotossiche ed epatoprotettive), saponine, alcaloidi, tannini, limonene, quercitina ed, infine, lupeolooltre che catechine. Quelle appena citate risultano essere delle molecole attive in grado di conferire al Phyllantus Niruri ottime proprietà farmacologiche utili per il trattamento di diabete, ipercalciuria, ipertensione e calcoli renali. In più, è importante ricordare come il fillanto sia presente in commercio sotto forme differenti. In particolare, si può fare riferimento agli integratori, i quali sono noti per essere disintossicanti epatici nonché diuretici oltre che antidiarroici e capaci di normalizzare il flusso mestruale.

Fillanto: i benefici per l’organismo.

Il fillanto apporta innumerevoli benefici all’organismo, tant’è che viene spesso utilizzato anche a scopo preventivo. Si tratta, infatti, di una pianta alla quale si ricorre da millenni, ad esempio, in caso di calcoli renali e biliari, dal momento che è in grado di far aumentare la solubilità dei sali alcalini, oltre ad accrescere anche la secrezione degli acidi biliari e a rilassare i muscoli lisci: ciò porta inevitabilmente ad aumentare il volume delle urine e a disinfettare il tratto uro-genitale in maniera ottimale. Nei soggetti che soffrono di uretrite, cistite e prostatite aiuta a contrastare l’acidità e le infiammazioni svolgendo una funzione atta ad uccidere i batteri. In più, è uno dei rimedi naturali più efficaci contro i disturbi epatici come, ad esempio, gonfiori, stasi biliare, problemi legati alla colecisti, steatosi.

Le varie tipologie di fillanto.

Esistono diverse specie di fillanto, ovvero: il Phyllantus Niruri (quello appena descritto), il Phyllantus Emblica e il Phyllantus Amarus. Queste ultime sono due tipi di piante molto simili al Niruri caratterizzate anch’esse da un buonissimo contenuto di sostanze attive e ad uso fitoterapico. Tale triade svolge un’azione epatoprotettiva essendo capace di riattivare anche le funzioni primarie a seguito di patologie interessanti il fegato. Inoltre, occorre citare anche le innumerevoli proprietà benefiche per l’organismo, come quella antiossidante: in particolare, la pianta in esame ha il compito di evitare che si verifichino picchi glicemici e di aumentare l’espulsione di acido ialuronico.

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