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Rambutan che cos’è e come usarlo in cucina

Il rambutan corrisponde ad un alimento di origine vegetale che può essere utilizzato in occasione di diversi ambiti culinari. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questo prodotto, con la chance di usufruire fino in fondo delle proprietà vantaggiose di questo frutto esotico.

Che cos’è il rambutan

Il rambutan è un frutto commestibile di piccole dimensioni, tratto da un albero sempreverde di origine tropicale. La sua pianta proviene dall’Asia Sud Orientale, tra Malaysia e Indonesia, e la sua denominazione significa letteralmente capelli. Tutto ciò perché il frutto presenta numerosi peli esterni dal colore tendente al rosso, essenziali per proteggere la sua porzione esterna dalla polpa interna di colore bianco.

In linea di massima, al suo interno presenta un’elevata percentuale di acqua, vari zuccheri semplici, vitamine, sali minerali e una quantità limitata di fibre. Tale prodotto può essere assunto sia crudo, sia all’interno di varie tipologie di ricette, a seconda delle proprie preferenze specifiche.

Quali sono le proprietà nutritive del rambutan

Uno dei punti più interessanti del rambutan è senz’altro rappresentato dalle sue proprietà nutritive, seppur non eccezionali. I frutti presentano al loro interno diversi principi attivi utili, ma non in quantità elevate. A prima vista, sembrano presentare qualche piccola somiglianza rispetto ai chicchi d’uva, ma in realtà la concentrazione di polifenoli antiossidanti è alquanto limitata.

La sua buccia non è commestibile, ma presenta al suo interno vari tipi di acidi fenolici dalla forte azione antiossidante. I semi, invece, contengono acidi saturi e insaturi nella stessa percentuale. La sua polpa ha un aroma molto gradevole grazie a composti organici come la vanillina, il beta-damascenone e l’acido cinnamico, oltre a garantire un buon apporto calorico e un’ottima concentrazione d’acqua.

Buona parte della sua energia è dovuta ai carboidrati, presenti insieme a piccole quantità di lipidi e proteine, oltre a glucidi solubili come il fruttosio. Il rambutan presenta una scarsa concentrazione di glutine, colesterolo e istamina, mentre il suo arillo comprende un buon volume di manganese e potassio, ai quali bisogna aggiungere un tasso discreto di vitamina C e vitamina PP. Con tali prerogative, le prerogative per usufruire fino in fondo di questo frutto in cucina sembrano esserci tutte.

Come usare il rambutan in cucina e nella dieta in generale

In ambito culinario, il rambutan può assumere diversi utilizzi. Nella maggior parte dei casi, di questo frutto viene assunta la polpa, che va benissimo per la realizzazione di gelatine, frutta sciroppata o confetture. Il suo arillo contiene un seme di color marrone chiaro nella maggioranza delle coltivazioni, ma i consumatori preferiscono di solito acquistare i prodotti che non lo contengono. Il seme è pieno di oli e grassi di varia natura, ottimi per la frittura, l’industria in generale e la fabbricazione di diverse varietà di sapone. Al tempo stesso, diverse parti dell’albero di rambutan come le foglie, le radici e la corteggia vengono adoperate per produrre coloranti e farmaci tradizionali.

Il rambutan si adatta al meglio a diverse tipologie di diete e regimi alimentari in generali. Va benissimo contro i disturbi metabolici e il sovrappeso, ma è necessario limitarlo in caso di diabete mellito di tipo 2 e obesità di grave entità. La polpa riesce a tenere sotto controllo il colesterolo alto e l’iperuricemia, oltre alle intolleranze alimentari a glutine e lattosio. L’elevata concentrazione di acqua e potassio fanno in modo che il frutto sia molto indicato per l’alimentazione quotidiana di soggetti sportivi. Inoltre, protegge dai radicali liberi grazie ai polifenoli e alla vitamina C, oltre a migliorare la sintesi del collagene e a rafforzare il sistema immunitario tramite l’acido ascorbico.

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