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Globuli bianchi alti , come accorgersene e cosa significa ?

I globuli bianchi, meglio noti come leucociti, rappresentano il miglior meccanismo di difesa del nostro organismo contro microrganismi infettivi e sostanze estranee. Ogni giorno nel midollo osseo ne vengono prodotti circa 100 miliardi, mentre la quantità totale di globuli bianchi in un dato volume di sangue viene espressa in numero di cellule per microlitro.

Appartengono a questa categoria di cellule ematiche:

  • Neutrofili;
  • Basofili;
  • Linfociti;
  • Monociti;
  • Eosinofili.

Gli esami di laboratorio permettono di stimare con assoluta precisione il numero totale di globuli bianchi presenti nel sangue.

Gli scenari che possono presentarsi e meritano un attento approfondimento sono due.

  1. Leucopenia: si tratta della riduzione del numero di leucociti in circolo (inferiori alle 4.000 unità per microlitro di sangue). In tal caso il soggetto può contrarre le infezioni molto più facilmente.
  2. Leucocitosi: incremento del numero di globuli bianchi al di sopra delle 11.000 unità per microlitro di sangue.

Questa condizione è sintomo di una naturale risposta del corpo umano a un’infezione, ma può anche derivare dall’assunzione di farmaci specifici.

Leucocitosi

L’emocromo può rivelare un incremento del numero di globuli bianchi e questo può essere a carico di una o più frazioni di leucociti.

Generalmente il soggetto scopre di essere affetto da tale condizione solo quando si sottopone a un prelievo di sangue.

Una situazione di questo genere non deve mai essere trascurata: il medico curante sottopone il paziente a una visita completa, analizza la sintomatologia che quest’ultimo riferisce e prescrive ulteriori accertamenti;

tutto ciò al fine di individuare la causa scatenante e impostare la corretta terapia.

L’innalzamento oltre la soglia dei globuli bianchi può, comunque, essere imputato a cause diverse.

  • Infezione in corso: l’organismo stimola la produzione di un maggior numero di leucociti per combattere l’agente infettivo esterno.
  • Reazione a un trattamento farmacologico.
  • Funzionamento non corretto o patologia a carico del midollo osseo con conseguente sovrapproduzione dei leucociti.
  • Affezione del sistema immunitario.

Vi sono, infine, determinati momenti della vita in cui si può registrare un aumento dei leucociti; tra questi la nascita, la gravidanza e le situazioni ad alto tenore di stress.

Leucocitosi con aumento dei neutrofili

È riconducibile a infezioni batteriche, stati infiammatori acuti o cronici e leucemia mieloide cronica (rari casi). 

La sintomatologia associata a tale patologia comprende:

  • leucocitosi persistente in assenza di fenomeni infettivi e infiammatori;
  • incremento del numero delle piastrine e dell’LDH;
  • ingrandimento patologico della milza.

Altri possibili responsabili dell’aumento dei neutrofili sono il fumo, l’attività sportiva, i fattori ereditari, la gravidanza, l’intossicazione e l’infarto cardiaco. 

Leucocitosi con aumento dei basofili

Si tratta di una condizione sporadica correlata a stati infiammatori o a patologie ematologiche come le sindromi mieloproliferative. Può, inoltre, presentarsi in seguito all’asportazione della milza o in concomitanza di malattie come il morbillo e la varicella.

Leucocitosi con aumento dei linfociti

Può manifestarsi in seguito a una infezione virale (es. mononucleosi) o cronica (es. tubercolosi, brucellosi, HIV). Non sono, inoltre, da escludersi patologie ematiche come la leucemia cronica o acuta, l’abuso di alcolici, il fumo e lo stress.

Leucocitosi con aumento dei monociti

Può insorgere nei casi di tubercolosi, mononucleosi, patologie sistemiche autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso) e malattie infiammatorie intestinali ideopatiche (colite ulcerosa, morbo di Crohn).

Leucocitosi con aumento eosinofili

L’incremento degli eosinofili si può registrare in tutti coloro che soffrono di allergie, ma può anche essere il sintomo rivelatore di una patologia di origine parassitaria come la malaria o la toxoplasmosi.

Vi è, infine, una possibile correlazione con neoplasie, leucemie o linfoma di Hodgkin.

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