Quando si parla di coxartrosi si fa riferimento ad una patologia, di tipo cronico ed infiammatorio, che colpisce l’articolazione dell’anca provocando la degenerazione delle cartilagini. A livello diagnostico, si riscontra un’usura cartilaginea progressiva con conseguente scopertura delle ossa sottostanti che, entrando in contatto tra loro, provocano un’infiammazione.
Cos’è la coxartrosi
Il tessuto dell’articolazione coxo-femorale, ovvero quella posta tra l’anca e il femore, riveste un ruolo essenziale. Il suo progressivo degeneramento può condurre a dolori e fastidi e di conseguenza a ridotta mobilità. Questa patologia prende il nome di coxartrosi ed è facilmente riscontrabile nei pazienti in età senile ma può presentarsi anche in individui di giovane età, specialmente dopo traumi avvenuti durante la pratica sportiva o fratture a livello articolare. Talvolta la coxartrosi può essere diagnosticata bilateralmente in soggetti che hanno superato la mezza età. In questo caso si tratterà di coxartrosi bilaterale e colpisce contemporaneamente entrambe le anche.
Cause più comuni della coxartrosi
Le cause che si celano dietro questa patologia possono essere di diversa natura ma, è possibile individuare alcuni fattori scatenanti che incidono sul processo di sviluppo della patologia, distinguendone due tipi differenti: coxartrosi primaria e coxartrosi secondaria.
Per quanto riguarda la coxartrosi primaria essa può trovare origine dall’invecchiamento dei tessuti, da traumi gravi, da stress traumatico prolungato nel tempo delle articolazioni, dalla formazione pregressa di aderenze nota anche con il termine inpingement ma anche da sovrappeso o obesità. La coxartrosi secondaria, invece, si manifesta in soggetti di età inferiore a 45 anni ed è generalmente collegata ad anomalie dell’anca. Nei pazienti di giovane età, una delle cause di coxartrosi può essere il morbo di Perthes, al quale viene ricollegato un ridotto afflusso di sangue con conseguente necrosi ossea. Per questa ragione occorre diagnosticare il problema precocemente. Infine, tra le altre cause di coxartrosi si possono annoverare anche le patologie cardiovascolari.
Sintomi della coxartrosi
I sintomi principali riconducibili alla coxartrosi sono:
- dolori nella zona dell’anca e del femore;
- sensazione di rigidità a livello articolare;
- ridotta o scarsa mobilità.
Nel caso del dolore, tale sensazione può essere registrata in maniera localizzata nella zona inguinale o in prossimità della testa del femore, oppure la mattina e in qualunque momento che segua un tempo di riposo. Nei soggetti in giovane età, invece, la sensazione di fastidio può seguire uno sforzo fisico, proprio per via dello stress meccanico e prolungato nel tempo, che porta all’usura dell’articolazione. Trattandosi di una patologia che presenta un carattere progressivo, anche i sintomi possono acuire la loro intensità nel corso del tempo nei soggetti che non subiscono una diagnosi precoce o che non sono sottoposti a cure specialistiche. Occorre sapere che la coxartrosi, se diagnosticata nelle prime fasi di sviluppo, può essere efficacemente controllata attraverso trattamenti conservativi che hanno lo scopo di rallentarne lo sviluppo. Nel caso in cui, per via di una diagnosi tardiva o per l’aggravarsi della condizione, il paziente manifestasse una forte difficoltà di deambulazione e un dolore acuto, è possibile intervenire attraverso l’impianto di una protesi all’anca.
Protesi all’anca di ultima generazione
Per porre rimedio ai sintomi invalidanti della coxartrosi è possibile utilizzare la chirurgia, sostituendo così la cartilagine attraverso l’utilizzo di una protesi che simula la funzione precedentemente ricoperta dai tessuti. Nello specifico, la protesi può essere paragonata ad un supporto con il quale si mira a replicare fedelmente il movimento dell’articolazione. La protesi verrà quindi integrata nella sede e ancorata all’osso. L’operazione chirurgica prende il nome di artoprotesi e consiste nell’asportazione della testa e del collo del femore, corrispondente alla parte prossimale, e la cavità acetabolare del bacino. Al loro posto vengono inserite protesi artificiali realizzate in materiali plastici (impiegati per la testa della protesi), ceramica (con il quale viene realizzato il cotile o la testa del femore), leghe metalliche o titanio (con i quali sono realizzati l’inserto e lo stelo della protesi) oppure il polietilene (impiegato nel cotile per via della sua durevolezza e resistenza). Questo intervento risulta piuttosto efficace e di facile esecuzione ma assolve perfettamente lo scopo di ridurre il dolore del paziente, consentendo una migliore e fluida mobilità. La durata complessiva dell’operazione chirurgica può variare sensibilmente da paziente a paziente. Tuttavia, in linea generale, è richiesto un tempo tra 1 ora e 1 ora e 30 minuti.
Tipologie di protesi all’anca
È necessario specificare che, quando si tratta di protesi, esistono diverse soluzioni scelte dagli specialisti in base alle necessità del paziente. In particolare, tra le più comuni, è possibile annoverare:
- protesi dell’anca totale;
- protesi dell’anca parziale;
- protesi di resurfacing o risuperficializzazione;
- protesi di revisione.
La tipologia di protesi scelta per intervenire su ogni paziente può dipendere da uno studio preparatorio effettuato in fase preliminare. Gli ortopedici tendono ad orientare la propria scelta in base a determinati fattori come lo stadio di avanzamento della patologia e la condizione fisica su cui si deve intervenire, il peso del paziente, l’età, il sesso e le eventuali allergie a specifici materiali che possono far insorgere il cosiddetto rigetto.
Intervento di protesi all’anca mini invasiva
Si definisce chirurgia mini invasiva artroplastica quell’operazione chirurgica che ha lo scopo di correggere o curare patologie come la coxartrosi, ovvero l’artrosi dell’anca, e la gonartrosi cioè l’artrosi che colpisce il ginocchio, attraverso l’utilizzo di tecniche all’avanguardia e di tecnologie di ultima generazione. Le protesi utilizzate durante questa procedura sono dette mini invasive.
Si tratta di una sostituzione della cartilagine e dell’osso danneggiati con una protesi che può durare dai 20 ai 25 anni. Quest’ultima è infatti in grado di sostituire le parti compromesse e ripristinare la funzionalità articolare. Le protesi per la coxartrosi sono realizzate con materiali all’avanguardia biocompatibili e si distinguono per le dimensioni particolarmente contenute rispetto alle protesi tradizionali. Tali protesi sono quindi meno invasive e, pertanto, consentono di ridurre sensibilmente le ore di intervento nonché i tempi di recupero. Non solo, anche l’incisione risulterà meno ampia e con essa anche la perdita di sangue, il dolore e il gonfiore tipici del post intervento.
Dove operarsi per la coxartrosi
Uno dei migliori centri in cui viene effettuato l’intervento di protesi anca mini invasiva è l’OPRAM. Presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano sono infatti impiegate le più innovative tecnologie e strumentazioni di precisione e all’avanguardia. I tempi dell’operazione sono piuttosto rapidi e il paziente ne risente decisamente meno rispetto all’inserimento delle protesi tradizionali. Lo scopo è quello di offrire percorsi di cura rapidi ed efficaci che consentano di riprendere le attività quotidiane in breve tempo. Per questa ragione sono fondamentali le tecniche mini invasive applicate dal Dottore Michele Massaro, Direttore del reparto di Ortopedia Protesica dell’Istituto Ortopedico Galezzi a Milano e dalla sua equipe.
Su ispirazione delle tecniche del Tissue Sparing Surgery, mettono in atto il cosiddetto protocollo Fast Track, che consta di:
- intervento chirurgico rapido e mirato;
- moderata somministrazione di oppiacei (rispetto allo standard per le operazioni chirurgiche ortopediche di coxartrosi);
- degenza in ospedale piuttosto breve dei pazienti sottoposti ad intervento.
Tale procedura ha lo scopo di ridurre sensibilmente i tempi di recupero, consentendo ai pazienti di tornare velocemente alla propria vita. Inoltre, sfruttando la tecnologia 3D e avvalendosi della programmazione digitale dell’intervento, il team del Dottor Massaro è in grado di studiare accuratamente ogni caso, procedendo ad un’operazione mirata e precisa. Infatti, una coxartrosi ben programmata permette di evitare le incognite ed incrementare la possibilità di successo.
Tempi di recupero e di riabilitazione
A seguito dell’operazione di coxartrosi, seguendo il percorso Fast Track, effettuata dal Dottore Michele Massaro, i pazienti hanno un tempo di degenza ospedaliera di 3 giorni. Dal 4° giorno, a seguito dell’attenta valutazione del chirurgo, il paziente potrà essere dimesso per proseguire il percorso di riabilitazione domiciliare. Viceversa, se il dottore lo riterrà opportuno, la degenza in ospedale proseguirà per un massimo di 7-10 giorni procedendo altresì con la riabilitazione.
Occorre sottolineare che il paziente non rimarrà inabile nemmeno un giorno. Infatti, grazie alla collaborazione dello staff del reparto di ortopedia, così come il fisioterapista e il dottor Massaro, il paziente sarà assistito per effettuare i primi passi già dopo poche ore dall’intervento o entro le 24 ore successive.
Pur considerando che l’assunzione degli antidolorifici può variare da 7 a 40 giorni in base ai casi, sarà l’ortopedico a stabilire la necessità di ogni soggetto.
Infine, per quanto riguarda la fisioterapia post-operatoria, questa è assolutamente consigliata poiché ricopre un ruolo essenziale per la completa riabilitazione. Dunque, a seguito dell’intervento e per tutta la durata del ricovero, il paziente sarà sottoposto ad un percorso fisioterapico mirato. Successivamente, una volta che la persona sarà dimessa, dovrà affidarsi ad un professionista che prosegua il lavoro.
I benefici dell’intervento
A seguito dell’intervento mini invasivo d’installazione della protesi all’anca, il paziente potrà notare numerosi benefici e miglioramenti sotto diversi aspetti.
Dolore e fastidi
Sintomi più comuni della coxartrosi, possono manifestarsi durante il compimento di movimenti specifici o dopo periodi di riposo. I dolori possono inoltre irradiarsi coinvolgendo altresì coscia e ginocchio. A seguito dell’intervento, i pazienti notano immediatamente una diminuzione del dolore sia di tipo meccanico che infiammatorio potendo così tornare a svolgere in breve tempo tutte le attività della vita quotidiana e lo sport.
Mobilità articolare
Spesso tra i sintomi della coxartrosi vi sono dolori durante il movimento dell’inguine, l’inserimento delle protesi mini invasive permette di recuperare in breve tempo la completa mobilità articolare.
Capacità motoria
Prima dell’intervento i pazienti lamentano generalmente l’impossibilità di camminare per un tempo prolungato e di flettersi agilmente soprattutto per sedersi o per svolgere attività semplici come legarsi le scarpe. Le moderne protesi permettono quindi di migliorare la capacità motoria evitando così la zoppia e i dolori.
Qualità della vita
La coxartrosi causa fastidi fisici e più in generale malesseri connessi alla scarsa mobilità e alla difficoltà di svolgere numerose azioni. Pertanto, l’inserimento delle protesi conferisce benessere, migliorando notevolmente la qualità della vita.